mercoledì 20 luglio 2011

Tagliare le Province, perchè no!


Le Province sono enti superflui e troppo spesso privi di impatto, le 


cui competenze  potrebbero essere agevolmente ripartite tra Regioni 


e Comuni. 

Inoltre, il costo supera i 16,5 miliardi di euro all’anno, che potrebbero essere spesi meglio per una serie di obiettivi.

Per esempio, la ristrutturazione, la manutenzione e la messa a norma degli istituti scolastici, a vantaggio delle comunità locali. 

Al contrario, negli ultimi anni, abbiamo assistito all’aumento ingiustificato del numero di questi enti, per motivi di esclusivo tornaconto politico. 

Il Governo sembrava orientato ad avviare un taglio delle province con la manovra finanziaria, ma lo ha fatto in modo pasticciato, secondo criteri assai discutibili e senza un disegno complessivo. 

Comprendiamo tutte le difficoltà di carattere tecnico-legislative, ma, come spesso accade, crediamo che le pressioni del ceto politico, che nelle province gode di un bacino di più di 4mila incarichi, abbiano avuto la meglio. 

Il Governo ha fatto retromarcia e la riforma è oggi rimandata al cd. 

Codice delle autonomie. 

Intervenire in questa direzione, viceversa, avrebbe permesso un risparmio e un miglior uso della spesa pubblica, laddove questa è altamente improduttiva e senza reali effetti per i cittadini, ed una migliore ripartizione di funzioni, competenze e impiegati pubblici.

A ciò si aggiunga che le Province non sono coerenti con una vera riforma federale della Repubblica, la loro origine è quella di mere articolazioni locali del potere governativo centrale ed oggi ormai servono soprattutto alla riproduzione del ceto politico. 

Viceversa, con una profonda razionalizzazione o, addirittura, con l’abolizione di questi enti, che si potrebbe valorizzare maggiormente il ruolo attribuito dalla riforma del Titolo V alle Regioni. 

Queste ultime dovrebbero definire il quadro giuridico per le competenze liberate dalle Province e, in questo quadro, si dovrebbero istituire “accordi funzionali” tra Comuni. 

Potrebbe essere questa un’opportunità, infine, per valorizzare al 


meglio la sussidiarietà dell’art.118 u.c. della Costituzione 


e promuovere la partecipazione dei cittadini nella dimensione 


pubblica locale.










Webmaster Emanuele Cosentino
Blog Capo d'Orlando

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