martedì 24 gennaio 2012

Lombardo governatore più pagato d'Italia "Il mio stipendio dovrebbe essere il triplo"


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Lombardo governatore più pagato d'Italia
"Il mio stipendio dovrebbe essere il triplo"

Il presidente siciliano guadagna quasi il doppio dei suoi colleghi di Sardegna e Piemonte. 

"Se dobbiamo rapportare il mio stipendio al lavoro che faccio, minimo dovrebbero triplicarlo", dice. 

"Comunque sono disposto anche ad avere metà di quello che percepisco". 

Tra i benefit c'è anche un appartamento a Palazzo d'Orleans


"Appena decente, tenendo conto dei rischi e delle responsabilità che affronta un governatore". 

Così Raffaele Lombardo ha definito martedì scorso il suo stipendio mensile: 15.683 euro netti, compresi i 900 euro versati dall'Assemblea a tutti i suoi deputati per trasporti vari. 

Verrebbe da credergli, se non fosse che allora tutti i presidenti di Regione dovrebbero recriminare e chiedere qualche obolo in più per arrivare a fine mese. 


Sì, perché il primo inquilino di Palazzo d'Orleans, unico ad avere come benefit un appartamento messo a disposizione dalla Regione che lui ha impreziosito con una sauna, da qualche giorno è il governatore che ha lo stipendio netto più alto, grazie alle recenti rinunce all'indennità da presidente fatte da Ugo Cappellacci e Roberto Cota, in vena di austerity. 


 Oggi Lombardo rincara la dose: "Se dobbiamo rapportare il mio stipendio al lavoro che faccio, minimo dovrebbero triplicarlo", dice il governatore. 

"Siccome quello che faccio non lo faccio per denaro - aggiunge Lombardo - non so quanto guadagno e quanto mi rimane in tasca. 

Comunque sono disposto anche ad avere metà di quello che percepisco. 


Non faccio una vita di lussi, non bevo, non fumo, non prendo caffè e non ho distrazioni. Ho solo le tasche bucate".


 Considerando solo le indennità di deputato e presidente della Regione, e senza sommare il plafond per rimborsi che magari non sempre è speso fino al tetto massimo, Lombardo incassa un assegno mensile superiore a quello di Roberto Formigoni che guida la Lombardia con i suoi 10 milioni di abitanti, il doppio della Sicilia, o a quello di Renata Polverini, governatrice del Lazio. 

E, ancora, superiore a quello che guadagna Nichi Vendola, governatore della Puglia. 


Insomma, più di tutti e, se si vuole fare un raffronto con l'estero, perfino più del governatore dello Stato di New York, che arriva ad "appena" 10 mila euro mensili. 


 Conti alla mano, secondo i calcoli fatti dalla commissione paritetica Stato-Regioni, il governatore siciliano ha poco da lamentarsi, visto che è il più pagato e ha benefit che gli altri nemmeno si sognano. 

Lombardo, come detto, guadagna 15.683 euro al mese, sommando l'indennità da governatore e quella da deputato regionale. 

La governatrice del Lazio, Renata Polverini, sommando queste due indennità si ferma a 11.958 euro, seguita a ruota dal presidente del Friuli Venezia Giulia che arriva a 11.621 euro. 

Nella top ten dei governatori più pagati d'Italia si piazzano poi Michele Iorio in Molise (11.030 euro), Augusto Rollandin nella Valle d'Aosta (10.379) e Claudio Burlando in Liguria (10.117). 


Al settimo posto arriva il presidente della Lombardia, Formigoni, che sommando l'indennità di governatore pari a 5.937 euro e quella di consigliere regionale, 3.602 euro, arriva a 9.535 euro nette al mese. 


In coda, in questa classifica degli stipendi, ci sono i due governatori che recentemente hanno appena rinunciato a ricevere l'indennità che spetterebbe loro come presidenti di Regione. 


Si tratta del sardo Ugo Cappellacci, che al momento ha sospeso la sua indennità di carica pari a ben 7.286 euro, e quindi riceve solo quella di consigliere regionale pari a 4.062 euro, e del piemontese Cota, che nel 2011 ha chiesto di sospendere la sua indennità di 5.506 euro nette mensili.


Un discorso a parte riguarda benefit e rimborsi. 

Lombardo, a esempio, ha a disposizione un plafond messo a disposizione da Palazzo d'Orleans pari a 3.899 euro: soldi, questi, che magari non arriva tutti i mesi a spendere. 

Hanno un plafond maggiore, di spese cioè potenzialmente rimborsabili, i governatori del Molise (4.558 euro al mese), della Lombardia (5.802), della Calabria (5.788), della Puglia (9.624 euro), del Veneto (4.390 euro) e del Piemonte (7.543 euro). 


Ma ci sono benefit che nessuno ha, a differenza del governatore siciliano: perché se tutti hanno l'auto blu o un computer, e c'è chi ha anche abbonamenti ridotti per tram, ferrovie o autostrade come Formigoni, nessuno ha disposizione un appartamento presidenziale come quello che ospita Lombardo a Palazzo d'Orleans e che, recentemente, si è arricchito anche di una sauna. 


"Formigoni ha voluto mettere però una brandina in una stanza accanto al suo ufficio, in caso di maratone notturne dovute a impegni di lavoro - dicono dal Pirellone - Comunque non ha diritto ad alcun tipo di appartamento pagato dalla Regione Lombardia".

In confronto ai suoi pari grado, quindi, Lombardo non se la passa male. 

Ma tant'è, secondo il leader dell'Mpa in Sicilia si arriva appena alla soglia della "decenza". 

Forse allora occorrerebbe mettersi d'accordo sul significato di questa parola.






Webmaster Emanuele Cosentino

giovedì 12 gennaio 2012

L'Europa ci ha preso in giro: torniamo alla Lira

Le menzogne di Bruxelles su euro e crisi stanno venendo a galla. 

Ora la commedia è finita

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La sola frase davvero importante della predica di Monti era stato giorni fà il suo richiamo alla Frau Merkel, da genero discreto, perché si aumentasse il fondo "salva Stati". 

Tradotto da quel tono di chi proprio non vorrebbe disturbare eppure deve, intenderei che questo richiamo significa che l’enorme mole di debito italiano in scadenza altrimenti nel 2012 non si rimedia.

Nell’intento di dire tutto dicendo però niente, Monti certo mai l’ammetterebbe. 

Eppure la non discesa dei rendimenti a lunga conferma, temo, questa mia versione. 

L’espediente che la Merkel ha concesso al talento di Draghi, per cui le banche lucrando sugli interessi comprino titoli di stato, infatti non basta. 

E i nostri titoli dovranno pertanto prima o poi essere tolti dal mercato col fondo "salva Stati", che per farlo dovrebbe rimpinguarsi, e la nostra economia restare esangue. 

Insomma si conferma il cupo sentire che la verbosa flemma di Monti ha lasciato nelle persone miti, che di parole ne usano poche. 

Dovremmo farci impiccare come la Grecia, mentre la sola salvezza, improbabile, sarebbe che tedeschi e compagni comprassero i nostri titoli in misura spropositata. 

E il tutto per restare con una moneta che non serve e non è servita a quanto Prodi, Ciampi, e gli altri geni che l’hanno voluta, ci avevano promesso. 

Che è poi quanto chiunque inizia a capire. 

L’euro ormai ci protegge come la lira; e l’Europa finora pare poterci aiutare quanto poté nel 1992, ossia ben poco; e però non ci concede di tornare alla crescita, come permise la svalutazione nel 1995.

Insomma mentre una congrega di mandarini inetti da Bruxelles ci tormenta, e la Germania a ragione non vuole pagare i nostri debiti, in euro o lire, un governo “prodiano” però insiste in una idea dell’euro smentita dagli eventi. 

Del resto che fa il governo se non remare contro corrente verso il passato, il 1992, e quella difesa di una parità col marco nociva? 

Monti ritenta l’impresa riuscita tassando a Ciampi, ma senza più i tassi reali decrescenti donati da Greenspan, ora svaniti. 

Ecco il brogliaccio della commedia dell’euro ancora in recita a Palazzo Chigi. 

Ma non sarebbe meglio allora toglierla noi dal mercato l’enormità di titoli da collocare nel 2012? 

Allungandone per esempio la scadenza, usando il sostegno del Fmi per riuscire in questa complicata operazione, invece di sprecarlo?

La fabbrica di convenzioni europeiste, che è da molti anni la stampa in Italia, certo farà una smorfia solo a sentirla questa domanda. 

E però si dovrebbe non dico rispondere di sì, ma almeno iniziare a considerarla lecita. 

E poi chiedersi se non sia consigliabile tornare a monete diverse dall’euro. 

Infatti Draghi che soccorre le banche e i titoli statali, fa certo quanto la Frau Merkel gli ha concesso. 

Ma, come mostrano ancora questi giorni, ecco indebolirsi l’euro sul dollaro. 

Dunque l’espediente della Bce, se insistito, implica inflazione, che se diventa tanta sarebbe la salvezza per noi. 

Ma non per la Germania. 

E questo paradosso non rende esso pure lecito chiedersi se non sarebbe meglio svalutare una moneta per decisione nostra? 

Dunque tornare ad averne una o più, come la lira, invece di voler piegare alla svalutazione la Germania che non ne abbisogna?


Dovremmo evitare di chiedercelo, perché i vari Prodi e Monti, il loro euro, al quale tutti i fatti stanno dando torto, devono proseguire a far finta di aver avuto ragione? 


Perché si mettano in posa di incompresi salvatori dell’Europa e del mondo. 

A febbraio la situazione ha buone probabilità di precipitare. 

E prima d’allora occorrerebbe smetterla di incensare un governo prodiano negli intenti e nei nomi. 

Qualcuno dovrà fare prima o poi il conto delle menzogne insegnate in questi anni sull’euro, e dedurne magari che alla fine consolidare il debito è la loro conseguenza inevitabile. 

Anche perché l'Italia non è affatto nazione di generi accondiscendenti. 

Anzi il sogno in cui si esercita la maggioranza, è semmai quello di sopprimere, con gesto indolore, la propria suocera. 


Sarebbe già molto iniziare a ammetterlo, e pure di ciò intanto iniziare, almeno, a discutere.







Webmaster Emanuele Cosentino

Paga netta: 14mila euro più trasporti e telefono... E gli onorevoli piangono!

I politici italiani hanno la busta più gonfia d'Europa: guadagnano il doppio dei colleghi tedeschi e inglesi, senza parlare dei benefit.

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Abbiamo la casta più cara d’Europa. 

A dimostrarlo può bastare la sola voce dell’indennità, che in Italia arriva a 140 mila euro lordi l’anno per ogni parlamentare, ovvero 11.275 euro lordi mensili per i deputati e 12.000 euro per i senatori. 

Contro i 91.764 euro dei parlamentari tedeschi, gli 85.202 dei francesi e 76.913 degli inglesi. 

Insomma, una bella cifra. 

Corredata anche dal fatto di avere un numero di parlamentari più alto: 945 contro i 925 della Francia, i 691 della Germania, i 650 del Regno Unito, i 558 della Spagna e i 179 della Danimarca.

Ma la busta paga dei parlamentari non è composta solo dalle indennità. 

I deputati dispongono anche della diaria, ovvero una sorta di rimborso spese per il soggiorno a Roma pari a 3.503 euro mensili, somma che viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza dalle sedute dell’Assemblea (è considerato presente chi partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni). 

A questo si aggiunge un altro rimborso forfettario per la gestione del rapporto con gli elettori pari a 3.690 euro, erogati tramite il gruppo parlamentare di appartenenza. 

I deputati, poi, oltre a viaggiare gratis su tutti i mezzi di trasporto in tutta Italia (treni, aerei, pedaggi autostradali, traghetti), godono anche di un altro rimborso pari a 3.323 euro a trimestre per i trasferimenti da e per l’aeroporto più vicino al luogo di residenza e da Fiumicino al centro di Roma (se poi deve fare più di cento chilometri per prendere l’aereo, allora la cifra arriva a 3.995 euro). 

Infine, visto che Montecitorio non fornisce telefoni cellulari, ai deputati vengono elargiti 3.098 euro l’anno per le spese telefoniche.

Passando ai senatori, oltre all’indennità, anche qui è presente la diaria, pari a 3.500 euro mensili. 
Anche qui c’è un contributo per l’attività di senatore pari a 4.180 euro al mese (1680 direttamente al parlamentare, 2.500 al gruppo di appartenenza)

Infine, gli inquilini di Palazzo Madama percepiscono un rimborso forfettario mensile di 1.650 euro per spese di viaggio e telefoniche.  








Webmaster Emanuele Cosentino