mercoledì 17 agosto 2011

Mentre Giulio Tremonti, taglia la Casta, Fini si compra la reggia


L
a politica costa troppo. 


C'è chi cerca di limitare gli sprechi e chi, invece, prosegue col vecchio andazzo. 


Il primo caso è quello del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che sta varando una bozza di decreto da inserire nella manovra triennale da 40/45 miliardi di euro.


Una sforbiciata robusta ai vecchi vici del Palazzo, quella stratificazione di benefit e vitalizi che pesano sui contribuenti italiani. 


La tabella tremontiana prevede un livellamento degli stipendi degli amministratori "tanto centrali quanto regionali, provinciali o comunali" in linea con la media europea, la riduzione del parco di auto-blu, misure più strette per i voli di Stato (nel 2010 iscritti a bilancio per 38,6 milioni) limitati alle prime quattro cariche istituzionali. 


E ancora basta benefit come biglietti gratis, viaggi in prima classe e così via. 

Il secondo caso, invece, è quello di Gianfranco Fini.
  


Il presidente della Camera non si cura del clima di austerity e ha messo annunci per trovare una nuova sede per gli uffici della presidenza di Montecitorio. 


Un'esigenza che corrisponde a numeri adeguati: il palazzo in centro a Roma richiederà alle casse dello Stato una spesa intorno ai 400 milioni di euro. 


Non uno scherzo. 


E soprattutto non una gran prova di tempismo, proprio come le affermazioni "doppiopesistiche" su due scandali, quello della casa a Montecarlo e l'inchiesta sulla P4.











Webmaster Emanuele Cosentino


Nessun commento:

Posta un commento