venerdì 2 settembre 2011

E la Sicilia assume pure un esperto di rane

Tempi di crisi, tempi di consulenze. 

La festa, anzi il banchetto degli incarichi a pioggia non vuol finire in una Sicilia che non si fa mancare niente. 

Ma proprio niente, perché un lavoro ad hoc non si nega a nessuno e tutti gli argomenti, tutti i temi, tutti i sogni sono oggetto dell’attenzione di una legione di esperti, sovvenzionati dalle inesauribili casse della Regione. 

Ce n’è per tutti i gusti e tutte le sensibilità: dalla scuola di chitarra di Barcellona Pozzo di Gotto al «monitoraggio delle popolazioni siciliane di Rana verde»

Rana nel senso dell’anfibio. 

A leggere l’inchiesta pubblicata dal settimanale del Centro Pio La Torre ASud’Europa si resta basiti: è da anni che si parla di razionalizzazione della spesa pubblica, di sforbiciate alle troppe voci di costo degli enti, che spesso traballano come carrozzoni, di eliminazione dei troppi sprechi, poi l’indagine di un giornale senza peli sulla lingua rivela che siamo alle solite. 

Sia chiaro, di per sé ogni incarico può avere una motivazione nobile ma l’insieme è piuttosto deprimente: sembra di entrare in un suk in cui si piazza di tutto. 

Con criteri che spesso sfuggono. 

Così un tizio, nel cui curriculum brilla l’esperienza maturata come pianista di pianobar e organista per matrimoni, gestirà per un anno l’informazione alla cittadinanza delle zone alluvionate di Giampilieri, in provincia di Messina e, già che c’è, seguirà pure la ripresa economica e sociale del territorio. 

Il tutto per 22 mila euro lordi.

Più modesti i compensi previsti per il docente di chitarra in una scuola di Barcellona Pozzo di Gotto, con un budget di 4800 euro da spalmare su sei mesi, e l’indagine sulla rana verde, confinata nel recinto striminzito di un microfinanziamento del valore di 3mila euro. 

In totale la macchina regionale ha sfornato, solo nel primo semestre 2011, 103 incarichi per un totale di 1 milione e duecentomila euro. 

Le geremiadi della Corte dei conti e i moniti del ninistro Renato Brunetta sono serviti a poco. 

Anzi, a niente. 

Tutti vogliono i loro consulenti, i loro tecnici, i loro esperti. 

Tutti vogliono mostrare la propria grandeur, anche se in formato provinciale e artigianale.

In testa c’è naturalmente la presidenza della regione con 34 incarichi. 

A seguire l’assessorato all’Economia che si avvale anche di due professionisti nati all’estero. 

Tutti utilizzano medici, professori, avvocati e chi più ne ha più ne metta.

I calcoli sono presto fatti: la spesa lorda media per ogni consulenza è di circa 13mila euro, cifra che sale sopra quota 20mila per i lavori commissionati dalla presidenza. 

In tanta abbondanza spicca la parsimonia dell’assessorato all’Ambiente che ha chiamato un solo tecnico.

Ma è l’eccezione che conferma la regola: i tagli di bilancio sono sempre per gli altri, e in Sicilia nessuno si sforza di ridurre il mercato dei «gettoni». 

Come del resto in tante altre zone d’Italia. 

Dove si studia di tutto. 

Ma si dimentica spesso l’essenziale. 

Le consulenze sono come i coriandoli. 

Ce n’è per tutti. 

E di tutti i colori. 

Tranquilli, la mano della pubblica amministrazione è sempre generosa.



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