martedì 26 luglio 2011

Deputati pranzo di lusso a sette euro

A Montecitorio e Palazzo Madama arrivano ogni giorno inviti per mostre, happening vari, sfilate di moda. 


Il bar della bouvette è in linea con i prezzi di mercato. 


Il ristorante, invece, no. 


Ci costa in media 15 euro, ma la tavola è apparecchiata come un tre stelle Michelin, i camerieri sono in livrea, lo chef è bravo e prepara piatti di grande qualità. 


Al Senato si può mangiare uno spaghetto alle alici a 1,60 euro, un carpaccio di filetto a 2,76 euro, un pescespada alla griglia a 3,55 euro. 


Prezzi ridicoli. 


Pure uno shampoo costa poco: la mitica barberia della Camera, dove un taglio costa 18 euro (al Senato, invece, è gratis). 

Ma i servizi dedicati ai politici non finiscono qui. 



Dentro Montecitorio c'è uno sportello del Banco di Napoli, diventato famoso perché il consigliere Marco Milanese ha movimentato, su un conto dell'agenzia Montecitorio, qualcosa come 1,8 milioni di euro in pochi anni. 


Non è il solo ad aver aperto un conto lì, visto che gli onorevoli possono approfittare di tassi agevolati per mutui e prestiti. 

Molti usano la diaria non per affittare la casa a Roma, ma per comprarla. 



L'importante è essere rieletti. 


Per un mutuo di 150 mila euro a cinque anni il tasso fisso è appena del 2,99 per cento, uno o due punti sotto quello di mercato. 


Idem per un prestito: possono avere un tasso agevolato al 2-3 per cento. 

Anche le prestazioni sanitarie sono rimborsate, c'è chi ha avuto un incidente, in cui ha incidentato la propria auto, ottenendo il rimborso di 580 euro in massaggi, e il Parlamento gli paga cinque giorni di cure termali l'anno. 

Altri benefit: occhiali gratis, psicoterapia pagata, massaggi shiatsu, balneoterapia. 



Tutti servizi destinati a oltre 5.500 persone, tra deputati e familiari. 


Alla Camera, poi, non si chiama mai il 118: ci sono anche alcuni infermieri nascosti tra gli scranni dell'Aula adibiti a "rianimare" il deputato nel caso si sentisse male. 


Costano al contribuente 650 mila euro l'anno. 

Dopo una vita da nababbo, l'ex parlamentare o il consigliere non viene abbandonato dalla casta. 



L'assegno di fine mandato non si nega a nessuno, e il vitalizio scatta per tutti. 


Per prendere una pensione bastano cinque anni di mandato alla Camera o al Senato, (in media 6 mila euro a testa al mese), per una spesa che nel 2013 toccherà i 143,2 milioni di euro l'anno. 


Tra le Regioni solo l'Emilia-Romagna ha abolito il vitalizio, tutte le altre non ci pensano nemmeno: così nel Lazio può accadere che gli ex e i trombati si prendano 4 mila euro al mese ad appena 55 anni. 

Non male, in tempo di crisi.









Webmaster Emanuele Cosentino
Blog Capo d'Orlando

Nessun commento:

Posta un commento